La squadra
L'Olimpia Milano è una società di pallacanestro italiana con sede nel capoluogo lombardo.
È la squadra più titolata d'Italia ed una delle più prestigiose in Europa. Ha vinto 38 trofei a livello professionistico, oltra a numerosissimi titoli a livello giovanile.
Insieme alle squadre di Cantù e di Varese, forma quello che, negli anni '60, '70 e '80, era definito "il Triangolo d'Oro" del basket: tre società che, in quegli anni, vinsero in totale 10 Coppe Campioni, 9 Coppe delle Coppe, 6 Coppe Korac e 38 scudetti. Il momento di massimo fulgore fu senza dubbio la finale di Coppa Campioni 1982/1983 tra Cantù e l'Olimpia.
Per diverso tempo, tra gli anni '60 e '70, a Milano ci fu anche una stracittadina ufficiale. La Pallacanestro Milano 1958 (conosciuta da molti come "All'Onestà Milano") militò per vari anni in Serie A, con buoni risultati. Nonostante la rivalità non fosse così accesa, dal 1976 al 1978 la Pallacanestro Milano, sponsorizzata prima Mobilquattro e poi Xerox, scavalcò in classifica l'Olimpia grazie alle prodezze di Chuck Jura, lo Sceriffo del Nebraska.
L'Olimpia ha partecipato 2 volte al McDonald's Open di basket, torneo che vedeva partecipare le più forti squadre affiliate alla FIBA e alla NBA.
Il Palmares
1 Coppa Intercontinentale
Campionati italiani: 25
1936, 1937, 1938, 1939, 1950, 1951, 1952, 1953, 1954, 1957, 1958, 1959, 1960, 1962, 1963, 1965, 1966, 1967, 1972, 1982, 1985, 1986, 1987, 1989, 1996
Coppe Italia: 4
1972, 1986, 1987, 1996
Coppe dei Campioni/Euroleghe: 3
1966, 1987, 1988
Coppa Intercontinentale: 1
1987
Coppe delle Coppe: 3
1970, 1971, 1975
Coppe Korac: 2
1985, 1993
La storiaLa nascita e l'era BorlettiLa storia della Pallacanestro Olimpia Milano nasce nel 1936 ed è fondata da Adolfo Bogoncelli. I colori sociali sono il bianco e rosso. L'Olimpia nasce dalla fusione tra due società cestistiche milanesi. Nel 1936, Adolfo Bogoncelli, da pochi anni trasferitosi dalla natia Trieste (vera e propria fucina di giocatori e allenatori dell'Olimpia) a Milano, fondò la Triestina Milano società di metà classifica per lunghi anni; anni dominati da un'altra società sportiva di Milano, il Dopolavoro Borletti, dell'omonima fabbrica di sveglie e contachilometri. In seguito ad una crisi della Borletti, nel 1947 Bogoncelli rilevò la società sportiva e i relativi giocatori e titoli sportivi vinti (4 scudetti negli anni '30) e la fuse con la sua Triestina Milano: nacque così l'Olimpia Milano. La nuova compagine continuò a giocare sul campo del Dopolavoro Borletti in Via Costanza (dove oggi si trova un grosso palazzo di proprietà della Telecom e dove sino agli anni 80 c'era ancora la Veglia Borletti). L'Olimpia Milano è sempre stata una società all'avanguardia e capace di imporre il proprio stile e le proprie idee innovative in campo e fuori. Proprio con Adolfo Bogoncelli abbiamo la prima sponsorizzazione nel mondo della sport italiano, con il marchio Borletti. Tra i primi grandi campioni della società meneghina (quando era ancora Dopolavoro Borletti) abbiamo Castelli, Paganella[1] e Canetta; dopo la fine della guerra arrivano Cesare Rubini (attuale presidente onorario), Giuseppe Sforza, Sergio Stefanini, Ricky Pagani e Sandro Gamba.
Il marchio SimmenthalNel 1956 subentra come sponsor il marchio Simmenthal. Fino ad allora l'Olimpia aveva conquistato 9 scudetti.
Con il marchio Simmenthal arrivano anche i primi giocatori stranieri, il greco Stephanidis è il primo in assoluto. Il 1 aprile 1966, l'Olimpia conquista la prima Coppa dei Campioni nella storia della Pallacanestro Italiana.
La formazione milanese schierava il grandissimo Bill Bradley, ora Senatore degli Stati Uniti d'America, come straniero di Coppa; Bradley era stato il miglior giocatore dei college statunitensi la stagione precedente ed aveva rinviato l’esordio tra i professionisti per studiare ad Oxford: Ricky Pagani e Adolfo Bogoncelli riuscirono a convincerlo a giocare le gare di Coppa col Simmenthal e ingaggiarono così la prima grande stella straniera dell'Olimpia.
Milano superò in finale l'agguerritissimo Slavia Praga, mentre in semifinale sono da ricordare i 46 punti di Vianello che distrussero il Real Madrid.
Gli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70 furono caratterizzati dalla grande rivalità tra le scarpette rosse milanesi e la valanga gialla dei varesini sponsorizzati Ignis, rivalità che culminò con cinque spareggi per lo scudetto, disputati a Bologna e Roma, che sorrisero tre volte a Milano e due a Varese.
Il marchio Simmenthal, dopo 17 anni e 10 scudetti, è costretto a lasciare il basket perché la gente identifica il nome più con la squadra milanese che con la carne in scatola.
Nel 1973 arriva il marchio Innocenti. Nel 1976 quello Cinzano. E l'anno successivo arriva lo sponsor Billy. Per tutti gli anni '70 la squadra si avvale di Toni Cappellari come direttore sportivo.
Bogoncelli, prima di lasciare, compie il suo ultimo grande colpo: porta a Milano il coach che aveva dato a Bologna lo scudetto nel 1976: Daniel Lowell Peterson.
L'epoca GabettiLa famiglia Gabetti, subentrata nella proprietà a Bogoncelli nell'estate del 1980, stupisce tutti e acquista nella stagione successiva il nemico numero uno Dino Meneghin; inizia così un periodo aureo ancora senza riscontri nel basket moderno. Sono gli anni dello "sputare sangue petersoniano" e, con D'Antoni, Meneghin, Ferracini, Gianelli, Boselli e Premier non può non arrivare subito, nel 1981/82, il ventesimo scudetto, quello della doppia stella. Dall'82 all'89 l'Olimpia disputa otto finali scudetto consecutive, vincendone cinque. Gli sponsor vincenti si chiamano Simac, Tracer, Philips e le star americane sono ormai all’ordine del giorno: D'Antoni, Carr, Carroll, McAdoo. Nel 1987, l’anno del grande slam (Scudetto, Coppa dei Campioni, Coppa Italia e Coppa Intercontinentale), la Tracer, diventata nel frattempo la squadra dei grandi vecchi, riporta dopo 21 anni la Coppa dei Campioni a Milano, vincendo a Losanna. La Tracer bissa il successo europeo l’anno dopo a Gand. Lo scudetto numero 24 arriva con la Philips, con i giovani Pittis e Pessina tra i campioni e le famose cinque partite con Livorno.
Nel 1990 Mike D'Antoni lascia il parquet e diventa capo allenatore: al suo primo anno porta la squadra alla finale scudetto, dove la Philips tutta corsa e grinta voluta da Mike perde in gara 5 contro Caserta. Negli anni successivi, verranno altri buoni piazzamenti e, nel 1993 anche una coppa Korac, sempre con il marchio Philips.
Stefanel e il 25esimo scudettoNel 1994, Bepi Stefanel, entra prima come sponsor e poi anche come proprietario, e con lui la Pallacanestro Olimpia Milano festeggia i suoi 60 anni vincendo prima la Coppa Italia e poi il 25esimo scudetto (1995/1996). Gli anni '97 e '98 sono caratterizzati da stagioni discrete: l'Olimpia si qualifica sempre in Europa, arrivando nel '98 alla finale di Coppa Europa contro lo Zalgiris Kaunas, a Belgrado, finale persa per un punto.
L'anno dopo, con lo sponsor Sony sulle maglie, l'Olimpia disputa ancora una stagione su buoni livelli chiudendo al quinto posto in campionato, guadagnando così l’ennesima qualificazione in Europa.
Caputo, Bryant e TacchiniIn agosto un nuovo cambio di proprietà: Stefanel cede infatti la società a Pasquale Caputo, italo americano leader nel settore caseario. Cambia anche lo sponsor con l'arrivo del marchio Adecco. Durante l'anno, a Caputo si aggiunge come socio Kobe Bryant, stella della NBA, in rappresentanza del quale agisce il padre Joe, ex giocatore anche nel campionato italiano.
Nel campionato, le cose vanno discretamente bene con l'eliminazione nei quarti di finale dei playoff, dopo aver superato al primo turno la più quotata Scavolini Pesaro. Lontano dal parquet, invece, le cose degenerano fino quasi all'irreparabile. Nell'ottobre del 2000, però, Sergio Tacchini rileva la società dalle mani dei due soci e in pochissimo tempo costruisce una squadra che, dopo un inizio di stagione stentato, si risolleva disputando un campionato più che onorevole, anche se manca la zampata finale con la qualificazione alla postseason. Nella stagione successiva le cose non vanno per il meglio e, al temine di un campionato fatto di pochi alti e molti bassi, nonostante la squadra fosse composta da giocatori di buon talento, l'Olimpia, ancora targata Adecco, riesce a conquistare la salvezza solo nell'ultima giornata battendo l'Andrea Costa Imola.
La presidenza CorbelliNel luglio 2002, Tacchini cede la società a un nuovo proprietario, Giorgio Corbelli, imprenditore romagnolo con un passato nella pallacanestro tra Brescia, Forlì e Roma. Nel giro di un mese il nuovo proprietario ricostruisce da zero la squadra, riportando a Milano gente che aveva già nel passato lasciato un segno nel cuore dei tifosi biancorossi come Warren Kidd, Hugo Sconochini e Paolo Alberti, oltre a campioni del calibro di Claudio Coldebella e, più tardi, Petar Naumoski. L'Olimpia inizia il campionato con tre vittorie e zero sconfitte, ma senza una sponsorizzazione sulle maglie. A ottobre, però, arriva anche lo sponsor. Si tratta della F.lli Salviato, società con sede a Castronno, nel varesotto, con il marchio Pippo. La stagione regolamentare si chiude con un buon quinto posto, ma la squadra delude le aspettative dei tifosi, venendo sconfitta nel primo turno dei playoff da una ben meno quotata Varese.
La stagione 2003/2004 la squadra disputa una mediocre stagione e non si qualifica nemmeno per i playoff. Al termine della stessa le voci delle difficoltà economiche societarie sono sempre più insistenti, tanto che si rischia la cessione dei diritti della gloriosa società.
Ma grazie ad una manifestazione in piazza alla Scala il 2 giugno ed al successivo interessamento del sindaco di Milano Albertini la società riesce a trovare importanti appoggi da Galliani, dalla famiglia Moratti e di Giorgio Armani, attraverso la sponsorizzazione con il marchio Armani Jeans. Giorgio Corbelli resta presidente. Viene chiamato un giovane coach: Lino Lardo,che entra subito nei cuori dei tifosi.La squadra fa una stagione esaltante, i tifosi la seguono con entusiasmo sia durante la stagione regolare(disputata al Palalido,eccezion fatta per le gare contro Bologna e Cantù che vennero disputate al Forum di Assago), sia durante i play off (dispuati nell'impianto di Assago).La squadra di Lardo riesce a conquistare la finale contro la Fortitudo,che perde in gara 4 davanti ad un Forum strapieno.Riesce ad ottenere la qualificazione in Eurolega. La stagione successiva è deludente:l'Olimpia esce al primo turno di Eurolega e in campionato non va oltre il settimo posto. Ai play off esce al primo turno con Treviso,non riucendo pertanto ad ottenere il pass nè per l'Eurolega nè per la Coppa Uleb. Nel corso dell'anno,a gennaio,era stato esonerato coach Lardo e al suo posto era sato chiamato Sasha Djordjevic. Dopo la stagione 2006/2007, culminata con l'eliminazione in semifinale ad opera della Virtus Bologna, la dirigenza decide di rifondare la squadra, chiamando Zare Markovski (allenatore proprio della Virtus) al posto di Sasha Djordjevic e ingaggiando numerosi nuovi giocatori. Il progetto, però, si interrompe all'indomani della 6° giornata con la squadra in ultima posizione (1 vittoria e 5 sconfitte). Markovski viene esonerato e Gino Natali, duramente contestato dalla tifoseria fin dalle sue prime mosse da General Manager, si dimette. Dopo aver chiamato come coach Attilio Caja (già allenatore Olimpia) il presidente Corbelli ha messo in vendita le sue quote. Il 6 Giugno 2008 il passaggio di consegne, con il passagio delle quote detenute da Corbelli e dai suoi fidi scudieri cedute al Gruppo Armani, rappresentato dall'neo AD Livio Proli. Il 6 Giugno, oltre alla fine della nefasta era Corbelli, ha registrato anche l'uscita di scena dall' asset societario da parte di Milan e Inter, entratevi quattro anni prima con un misero 5% ma tra roboanti squilli di tromba, rivelatisi poi poco più che soffi.