lunedì 29 settembre 2008

Curioni: La soluzione della crisi? Investire su noi dilettanti


Curioni, la Lega dilettanti che lei guida è indicata da molti come la chiave del rilancio del movimento e l'ambito naturale per la produzione dei giocatori italiani.
«Sono pienamente d'accordo. E' esattamente il senso della riforma che abbiamo già operato e che porterà la ex serie B, oggi A dilettanti, una volta a regime, a dover schierare una maggioranza di giocatori under 23 e diventare quello che la Ncaa è per la Nba. I professionisti hanno altri compiti: non si può andare col fucile a imporre di far giocare chi, come accade con gli italiani oggi, per delle pure regole di mercato, costa di più». 

Qual è il problema della serieA?
«Nel basket professionistico spariscono squadre un anno sì e l'altro anche. In Confindustria, con un rating di fallimenti così alto, il presidente si dimetterebbe. E' evidente che il sistema non funzioni, è sovradimensionato, ha troppe squadre, vive al di sopra dei suoi mezzi. Il primo passo è la ristrutturazione dei campionati e regole che premino le società virtuose e non chi le aggira».

Perché l'onere di produrre giocatori dovrebbe gravare principalmente sulle società dilettanti? 
«Perché sarà la nostra salvezza: non è pensabile che una squadra dilettanti di vertice spenda oggi 1.5 milioni di euro. Con gli under si riducono drasticamente i costi e si instaura un circolo virtuoso: molti italiani che preferiscono restare dilettanti guadagnando la stessa cifra di un professionista, sarebbero spinti verso la serie superiore. Così aumenta l'offerta, il mercato degli italiani si calmiera e le squadre pro tornerebbero a schierarli perché sono convenienti. Se poi un presidente ha le potenzialità per andare in serie A, può acquistare i diritti invece di svenarsi per anni, strapagando giocatori anziani, per essere promosso».

Il progetto è interessante ma ci vorranno anni perché funzioni. 
«Ne bastano due-tre perché il sistema possa produrre una trentina di italiani a stagione interessanti per i professionisti. In estate abbiamo portato la nostra selezione under in tournee negli Usa. Ci hanno fatto i complimenti».

Cosa avete bisogno in cambio perché possa funzionare? 
«Che i professionisti ci aiutino investendo. Si tratta di 100-150 mila euro a stagione per ogni società di A dilettanti, quindi una tra i 3 e i 4 milioni di euro l'anno. La Lega A è interessata a questo progetto».

La crisi della Fip come vi tocca?
«Mi fa ridere assistere ai cortigiani di Cesare che hanno ucciso Cesare. Possono dire tutto, ma con noi Maifredi è stato un presidente leale. Quello che non funziona è il sistema e chiunque lo guiderà non cambierà nulla perché si basa sul potere dei comitati regionali che raccolgono i voti. Quanto portano al basket i Comitati in termine di risorse? Quanto ne portano le Leghe che oggi sono in minoranza nel Consiglio Federale? Dobbiamo ottenere un peso politico decisivo anche in Federazione e magari esprimere il presidente».

Fonte Luca Chiabotti - La Gazzetta dello Sport

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