venerdì 5 settembre 2008

Presentati ufficialmente Hawkins e Sow


Il giorno di David Hawkins e Pape Sow è arrivato: ultimi ad arrivare (motivi burocratici per il visto), ultimi a togliere il velo. La notizia più lieta per l’Armani è che Hawkins, ciliegina sulla torta del mercato ricco d’Italia e meno di talento, può davvero essere quel giocatore in grado di far compiere alla squadra di Bucchi il salto di qualità: "Posso segnare, ma anche essere uomo squadra. Milano è una tappa importante per la mia carriera, c’è la vetrina dell’Eurolega, avrò la mia famiglia, approdo in una società gloriosa". Ma l’applauso più convinto è quello del suo allenatore, che l’ha visto da vicino nei primissimi allenamenti stagionali e subito promosso: "Sembra un leader, prende i compagni a sé a fine allenamento, gli parla, li incita".

Buona notizia per un’Armani che per ora continua a lavorare duro senza i Nazionali, con un obiettivo preciso: "Vincere - esclamaHawkins -, ho perso una finale ed ora vorrei provare la soddisfazione di uno scudetto. Certo la Siena dello scorso anno era fortissima, la squadra più coesa, un gruppo vero". Così, implicitamente, David prova ad indicare la rotta. Da leader.

In punta di piedi, dall’alto però dei suoi 200 e passa centrimetri parla anche Pape Sow, unico centro a disposizione in queste ore di coach Bucchi per l’assenza ampiamente giusitificata dalla nascita del terzogenito di Mason Rocca: "Lavorare duro, questo è il mio obiettivo. E - prosegue l’ex Raptors - migliorarmi giorno dopo giorno e portare il mio contributo alla squadra. Rieti era la mia prima esperienza fuori dagli Stati Uniti, in Polonia ho fatto l’Eurolega. Ora sono a Milano, ma ci arrivo con motivazioni e voglia di migliorarmi".

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