mercoledì 22 ottobre 2008
Niente D-League per il Gallo !
NEW YORK, 22 Ottobre 2008 - Negli ultimi giorni i media newyorchesi avevano speculato parecchio sull’immediato futuro di Danilo Gallinari. L’ipotesi Reno, cioè una parentesi nella D-League, sembrava concreta, almeno stando a quello che si leggeva sui giornali della Grande Mela. Un’ipotesi in un certo senso non priva di logica: l’azzurro, con l’inizio della regular season Nba, nella D-League, avrebbe avuto la possibilità di recuperare il ritmo partita senza troppa pressione. Ma spedire subito un rookie dal grande potenziale come Gallinari nella D-League non è cosa per nulla comune e presenta una serie di problemi non indifferenti, soprattutto per un giocatore che arriva dal Vecchio Continente.
IPOTESI REMOTA - Pro e contro analizzati per giorni anche dai media newyorchesi i quali però sembravano convinti dell’inevitabilità della migrazione, naturalmente temporanea, di Danilo Gallinari. "Non se ne farà nulla – dice passando dall’inglese all’italiano il coach dei Knicks Mike D'Antoni dopo la sua mini conferenza stampa nel prepartita dell’amichevole persa 101-90 con i Celtics – questa cosa è nata solo per via di una mia risposta a una precisa domanda di un cronista. Avevo semplicemente detto che l’opzione Reno poteva essere una soluzione, tutto qui. Ma mi sembra davvero un’ipotesi remota. Danilo resterà qui con noi”.
FRUSTRAZIONE - Caso chiuso quindi, Danilo Gallinari può stare tranquillo. Non che non lo fosse. Lui, infatti, aveva sempre espresso il proprio scetticismo sul "progetto Reno". "Si è trattato di un caso montato sui giornali – commenta l’azzurro – non credo che la D-League in questo momento faccia per me. Il dolore alla schiena purtroppo non diminuisce ma da giovedì spero di iniziare ad allenarmi, almeno in parte, con il gruppo". Recuperare il tempo perduto però non sarà facile per Gallinari. La buona notizia arriva dal modo nel quale il giocatore si è inserito nel gruppo. L’azzurro, infatti, ci ha messo davvero poco a conquistare tutti, compagni, dirigenti e staff tecnico, con la sua verve, ma non potersi allenare a pieno regime con i compagni durante la preseason non può che rallentare i progressi di un rookie alle prese con la difficile transizione a una pallacanestro non facile da assimilare. "Certo la situazione è abbastanza frustrante – chiude l’italiano – soprattutto considerato il fatto che questa è la stagione più importante delle mia vita, non posso che convivere con questi problemi. Che altro posso fare?".
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